Può essere il fornitore più strategico di tutti ma può anche essere uno fra i più problematici.

Ho avuto esperienza di location con cui ho instaurato un rapporto splendido e che mi ha portato bellissimi eventi, ma ho anche provato sulla pelle cosa significa lavorare con un responsabile struttura poco collaborativo, rigido e con cui zero feeling.

La location arriva all’inizio del client journey, e spesso gli sposi dopo aver scelto la location chiedono suggerimenti alla struttura (specialmente con strutture di un certo pregio ). Se avete lavorato bene e creato un buon feeling la raccomandazione di questa struttura può risultare molto preziosa. Quelli che ci arrivano sono fra i clienti migliori: hanno già trovato la location ma sono consapevoli che il più è ancora da fare (ok, come ho già detto in altre situazioni i clienti più vicini al profilo del mio cliente ideale arrivano online…ma nn voglio aprire questa parentesi ora…i clienti che arrivano da una struttura che apprezziamo in modo particolare possono cmq essere dei buoni clienti).   Il fatto poi che alcune location (in genere fra le più esclusive) impongano una resident planner è un topic hot e dibattuto. Un problema avvertito credo maggiormente nel segmento Luxury.

Quindi diciamo che facciamo bene a valutare e implementare azioni di mktg in questa direzione: da style shoot a forme diverse di partnership, dai materiali stampati lasciati presso struttura ai cadeaux speciali inviati a Natale (o telefonate per gli auguri, oggigiorno sempre più rare) …

La struttura collaborativa è un aiuto preziosissimo: può mettere a ns disposizione un office, può dimostrare flessibilità nelle fasi di allestimento e preallestimento, può aiutarvi nel problem solving quel giorno, può permettervi interventi complessi di allestimento, può acconsentire a muovere degli arredi, può essere celere e precisa nei feedback.

Viceversa, lavorare in una struttura rigida e poco collaborativa è molto invalidante. Tutto diventa molto più faticoso. I feedback sono lenti, e ognuno cade dall’alto come fosse una pepita d’oro. Questo lì non può stare, quello da lì non si può muovere, i picchetti nn si possono piantare, (alcuni pure l’erba non si può calpestare !!??!!)…

Sono perfettamente consapevole che siamo a “casa loro” e dobbiamo portare rispetto vs la struttura (nessun intervento permanente, attenzione nelle movimentazioni, rispetto dei vincoli imposti in sede contrattuale che possono essere in merito alla fiamma libera, o in merito all’orario o decibel musica, in merito alle movimentazioni, all’uso degli spazi etc etc..)  ma a volte la loro rigidità ci lascia a bocca aperta.

Per chi lavora sul territorio locale i rapporti con le location sono i più difficili da rompere. Se operiamo nel locale, è più facile non aver mai più niente a che fare con un fotografo o un fiorista piuttosto che una location. Se la struttura è bella e funzionale, potremmo averne bisogno, o potremmo essere chiamati a prestarvi del servizi (sia Day-Of che Full con location preselezionata). Per cui alle volte meglio fare buon viso a cattivo gioco. Certo, se proprio ci ha tirato qualche tiro mancino le voltiamo le spalle e andiamo avanti, ma negli altri casi qualche accorgimento può aiutarci: coinvolgerla sempre nelle decisioni allestitive importanti, chiarire quante più cose possibili dall’inizio, chiedere ai fornitori di confrontarsi sempre con lei (quando nn siano noi il tramite)  per questione tecniche pre evento e sull’evento . Ecco, ci smarroniamo un po’ ma non arriviamo a dover discutere….oppure si discute prima e non quel giorno… almeno a me personalmente, questo approccio ha aiutato.

Nel gruppo è stato chiesto in merito alle commissioni da location. Qualche mia riflessione in ordine sparso:

il corrispettivo dovuto dagli sposi aiuta a far riconoscere il valore del ruolo/servizio e loro sono il nostro cliente

– possono esistere diversi modelli di biz e alcuni di questi possono contemplare anche le commissioni, il fatto è che spesso questa pratica è in uso dove non dovrebbe e con modalità molto discutibili, che screditano l’intera categoria, a volte mettono i fornitori e le wp in situazioni imbarazzanti e spingono alla diffidenza.

più i budget sono elevati più può avere senso per le strutture riconoscere una commissione al wp senza che ciò vada a impattare su cliente. In particolare per strutture di un certo pregio che offrono anche pernottamenti quando “vendono” un matrimonio di un certo livello il margine è tale da giustificare l’”investimento” nella commissione da riconoscere alla wp (che probabilmente gli darà anche buona visibilità all’interno di un bel progetto con bei fornitori). Non è cmq detto e anche nel segmento luxury si lamenta la poca lungimiranza di alcune rinomate realtà.

-nella maggior parte dei casi è consigliabile progettare il modello di biz, ingegnerizzare la ns macchina affinchè possa funzionare con il solo ingresso percepito dal da cliente. Per evitare posizioni scomode, di rischiare scivoloni e per evitare che il ns biz sia un biglietto del lotto soggetto alla fortuna della ruota.

Qual è la tua esperienza? E la tua opinione? Vieni a raccontarcelo in Cheers!